Biscotti della monaca all’anice S.G.

Biscotti all’anice.

La mia città natale, Catania, offre una varietà infinita di prelibatezze, dalla pasticceria alla rosticceria, si ha proprio l’imbarazzo della scelta. 

Dalla mia diagnosi di celiachia, tante sono state le rinunce a tavola, ma forte e testarda di carattere, mi sono sempre messa in gioco per superare i miei limiti e difficoltà.

Un’altra ricetta che mi sta a cuore e che ho rifatto in chiave senza glutine è quella dei biscotti della monaca, dall’inconfondibile gusto di anice che li caratterizza.

Ma di cosa è fatto l’anice? Altro non è che un liquore nato dalla distillazione dell’ anice stellato o cumino . In Sicilia è conosciuto anche con la parola Zammù . Il termine deriva da sambuco, un antico digestivo realizzato per l’appunto con fiori di sambuco e anice, servito dopo pranzo con acqua. Per preparare questo digestivo, venivano messi in infusione i frutti della pianta per una decina di minuti per poi essere bevuto. 

anice

Questi biscotti sono legati alla mia infanzia ed era impossibile rinunciarvi.

Prima di lasciarvi la ricetta, vi racconto un po’ di loro e della loro origine.

Nell’ 800 la famiglia Tutone, originaria di Palermo, avviò la produzione dell’anice distillato, pronto in bottiglia, creando un vero boom di successo.

Origine dei biscotti della monaca all’anice.

Questi biscotti, aromatizzati all’anice e  dalla tipica forma ad S,  furono inventati dalle suore di clausura del Convento di Santa Chiara a Catania, che li producevano seguendo scrupolosamente un’antica e segreta ricetta.

Per le religiose questi biscotti rappresentavano una buona fonte di reddito visto che, non solo erano solite consumarli a colazione, ma li vendevano per avere dei soldi che servivano al sostentamento del Convento.

Quando, nel 1866, i conventi di clausura furono chiusi, tutte le suore tornarono dalle proprie famiglie, in particolare una giovanissima Mara Messina. La religiosa tramandò la ricetta segreta alla nipote sposata con il proprietario della biscotteria “Arena” di Catania, che ne avviò la produzione su larga scala.

Amato da grandi e piccini, il biscotto della monaca è stato dichiarato  prodotto tradizionale tipico con decreto del  Ministero dell’Agricoltura.

CURIOSITA’ :

Si racconta che le monache per insegnare a leggere e a scrivere ai bambini erano solite dare ai biscotti la forma delle lettere dell’alfabeto. Ecco spiegata la loro tipica forma ad S. 

INGREDIENTI per circa 50 biscotti:

Farina mix per pasta frolla Nutri Free 500 g.

Burro morbido 120 g.

Zucchero di canna 100.

Semi di anice 1 cucchiaino e mezzo.

Anice Unico liquore 2 cucchiai colmi.

Ammoniaca per dolci 1  bustina da 9 g.

Latte 100 ml.

Sale 1 pizzico.

PREPARAZIONE:

In una ciotola capiente mettete la farina, lo zucchero di canna, l’ammoniaca per dolci, i semi di anice, un pizzico di sale ed iniziate a mescolare gli ingredienti secchi.

Aggiungete il burro ammorbidito, il latte , il liquore all’anice e impastate con forza. Se l’impasto è asciutto potete aggiungere un altro  po’ di latte. 

Avvolgete il panetto con la pellicola trasparente e fate riposare in frigo per 30 minuti. ( Fig. 1)

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Trascorso il tempo di riposo, prendete in panetto dal frigo, infarinate il piano da lavoro e stendete  l’impasto dando la forma di un rettangolo, dallo spessore di 1 cm . ( Fig.2).

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Realizzate della strisce lunghe 10/ 12 cm . Date la tipica forma ad S e posizionateli  su una teglia rivestita di carta da forno.  ( Fig. 3).

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Infornate, in forno già preriscaldato, a 230 ° forno statico, per 5 minuti.

Sfornate, lasciate intiepidire, abbassate la temperatura del fono a 150 °, poi infornate  di nuovo per altri 20 minuti. 

Trascorso il tempo di cottura, estraeteli dal forno …et voilà i biscotti della monaca all’anice senza glutine sono pronti per essere gustati.

Se li gustate il giorno dopo, sono ancora più buoni.

BUON APPETITO! 

 

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